USTICA. Quando la cura è peggiore del malanno: la toppa della maggioranza per salvare la faccia sul caso Mussolini è un autogol

(Frances Barraco) Il maltempo ha confinato in terra ferma quasi tutti i consiglieri comunali che avrebbero dovuto presenziare alla seduta di ieri, in aula erano presenti in tre, gli altri hanno partecipato da remoto.

Incuranti o dimenticando di essere in videoconferenza, hanno affrontato la seduta di consiglio con grande disinvoltura tanto che c’è stato chi, dello sparuto pubblico presente, ha commentato che c’era “chi “forse” faceva la spesa, chi “forse” era poco vestito”.

Tra i punti all’ordine del giorno, la modifica al regolamento comunale che riguarda il conferimento della cittadinanza onoraria l’ha fatta da padrone.

Nella seduta precedente, la mozione della minoranza, che chiedeva di togliere la cittadinanza onoraria che era stata conferita nel 1924 a Benito Mussolini ed ad altri quattro gerarchi fascisti, era stata cassata attraverso una pregiudiziale avanzata dal Capo gruppo della maggioranza Fazio e, addirittura né enunciata, nelle sue motivazioni, né discussa.

A seguire, l’argomento e la posizione presa dal gruppo di maggioranza sono stati più e più volte trattati e commentati da i media, tanto da portare il gruppo di maggioranza a prendere una risoluzione da “tagliamo la testa al toro” per togliersi dall’imbarazzo.

Così è stato deliberato a maggioranza, con l’astensione del gruppo di minoranza, un emendamento al regolamento, attraverso il quale si stabilisce che la cittadinanza onoraria decade automaticamente quando l’insignito cessa di vivere.

Il tutto a discapito di quanti, da Enzo Maiorca a Mike Bongiorno a Lucio Messina a Sebastiano Tusa e tanti altri, hanno lasciato la loro positiva impronta sull’isola di Ustica.

E, per “aggiungere bianco allo splendore”, il Vice Sindaco D’Arca, nel suo intervento, ha argomentato che se si dovesse dare seguito al principio enunciato dal gruppo di minoranza, occorrerebbe anche cambiare nome alla Via Vittorio Emanuele III, visto che questi ha firmato le leggi razziali, o le onorificenze a Pier Paolo Pasolini, visti i suoi orientamenti sessuali.

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